Un po’ designer, un po’ artisti, un po’ narratori. Parliamo di Laura Fiaschi e Gabriele Pardi, i fondatori di Gumdesign, lo studio di design (e non solo!) con sede a Viareggio.
“Ormai gli amici ci chiamano Gum – spiega sorridendo Gabriele Pardi – un nome che nasce dall’idea di trasmettere una flessibilità di progetto nei vari settori di progetto.”
Avete ottenuto tantissimi riconoscimenti. Il vostro approccio al lavoro è sicuramente innovativo.
“Abbiamo sempre lavorato su diversi ambiti, sia perché abbiamo formazioni diverse sia perché ci ‘annoiamo’ a fare le stesse cose. Abbiamo la necessità di percorrere strade nuove.”
Oggi siete all’Università Europea del Design di Pescara per una lezione speciale sul design.
Uno degli elementi, ma non l’unico, sui cui si concentra la vostra attività.
“E’ un aspetto che caratterizza il nostro studio. Gestiamo tutte le fasi progettuali e comunicative che riguardano lo sviluppo di un prodotto; la creazione di sinergie tra i vari protagonisti del mondo del progetto – aziende, artigiani, creativi – si concentrano verso un unico obiettivo strategico.
Il termine progetto comprende nel nostro caso numerose discipline: la grafica e la comunicazione, la direzione creativa per le aziende e gli eventi, la progettazione degli interni e degli allestimenti per mostre e stand fieristici.”
Le vostre sono due prospettive diverse ma anche complementari.
“Sì, formazione e sensibilità sono diverse ma complementari; Laura affronta il tema creativo con una particolare predisposizione visionaria, mentre io, Gabriele, gestisco in modo più razionale gli aspetti produttivi e di sviluppo del progetto.
Lavoriamo e viviamo insieme – 24h24 – da 25 anni in una simbiosi rara e privilegiata che ci permette di affrontare con un intenso coinvolgimento aspetti articolati e complessi.”
Il nome Gum Design è piaciuto subito a entrambi?
“ No – precisa Laura Fiaschi – Inizialmente non mi piaceva molto, non lo comprendevo fino in fondo. Essendo parte di quel nome dovevo trovare un “perché”. E l’illuminazione è arrivata leggendo il libro di Rodari “A sbagliare le storie”. Nel libro c’è un’illustrazione di Munari dove c’è scritto GUM proprio nella pagina dove si parla della storia sbagliata. GUM in stampatello appare nitido e ben delineato tra rettangoli e segni rossi. Ecco il perché! “a sbagliare le storie” si aprono immaginari immensi. ”
Una conferma che da un errore nascono grandi idee.
“Si. Un incoraggiamento a non temere di sbagliare. Nell’errore, si aprono mondi completamente nuovi.”
Forse oggi i ragazzi hanno paura di fallire.
“Non so se è una questione generazionale o insita nell’uomo perché il penalizzare l’errore è nel sistema educativo di alcune scuole. In altre diventa un punto di forza. Come ci insegna Gianni Rodari. Forse dovremmo ascoltare di più le persone che con l’errore hanno saputo seminare e far cresce cose completamente nuove. E allo stesso tempo perdonarci: siamo noi i giudici più severi di noi stessi.”
Che ruolo ha il design nella vostra vita?
“Per noi è un percorso soggettivo di ricerca, teatro di un paesaggio interiore, che analizza la frammentazione del reale per giungere alla creazione di uno spazio immaginario/identitario. Creare uno spazio a-temporale, contenitore di relazioni. Un ponte immaginario tra l’esistenza e l’immaginato.”
Riguardo all’approccio al lavoro, quale consiglio dareste ai ragazzi?
“Non avere paura di immaginare, di sognare e di sbagliare e quindi alimentare tutti i concetti dello stare bene con se stessi nel rispetto degli altri e dell’ambiente. La parola sostenibilità – continua Laura – significa rispettare la natura della progettazione, imparare a prenderti cura di ciò che ti circonda, ricordandoti di essere parte di quell’immensità, goccia di quel mare.
I materiali devono essere toccati, accarezzati e nel loro utilizzo ci si deve porre con un’attenzione particolare a evitare lo spreco e a far sì che la loro vita si prolunghi nel tempo.”
In generale, nell’approccio alla realtà, è meglio essere razionali o seguire il proprio sogno?
“Se si ha un sogno – afferma senza esitazione Gabriele – un obiettivo, direi di seguire quel sogno.”
Emanuela Costantini
E non c’è dubbio che Laura Fiaschi e Gabriele Pardi abbiano inseguito e trasformato in qualcosa di reale il loro sogno: rendere l’oggetto di design protagonista delle storie raccontate dai loro straordinari progetti.