È l’acqua l’elemento su cui si focalizza l’attenzione dell’artista Daniela d’Arielli. Ed è al mare che la pittrice abruzzese ha intitolato la mostra che ha allestito qualche anno fa presso il museo laboratorio EX Manifattura Tabacchi di Città Sant’Angelo e che continua a rappresentare un grande viaggio alla scoperta della natura e dell’altro.
“A’mare è il titolo di una mostra e anche un percorso, un’esperienza: quella che ho vissuto a Rio de Janeiro nel 2013, chiamata a realizzare una residenza artistica – spiega agli studenti dell’Università Europea del Design di Pescara in occasione dell’incontro organizzato dal dipartimento di Interior Design nell’ambito della rassegna Artex, l’arte incontra il design – Ho avuto bisogno di tempo per metabolizzare il tutto e per riuscire a restituirlo in una mostra che mantenesse la stessa intensità. In questo senso amare è sia un’apertura del cuore che un’apertura dello spazio. Il fatto di trovarsi fisicamente a’mare, come si dice in Abruzzo, è un gioco di parole.”
Dietro questo gioco di parole si nasconde anche il sentimento che ti lega alla terra a cui fai riferimento?
“Esatto. Questo gioco di parole, che si riferisce ad uno stato geografico e ad uno più emotivo, si inserisce in un mio percorso artistico di apertura verso l’altro.”
Come la mostra personale “A te” presentata a Pereto?
“Sì. È la mia ultima personale che ho fatto per la galleria Monitor che, oltre alla sede di Nereto, ha un’altra sede a Roma e una a Lisbona.
A te è spesso la risposta che diamo quando ci dicono grazie. Per me è anche una dedica al mare perché l’acqua è il mio focus di ricerca, rientra sempre nelle mie mostre. Con sfaccettature diverse, con linguaggi diversi: dal sacro al politico.”
La prima cosa che mi viene in mente, guardando le tue opere, è la parola accoglienza.
“Che bello! L’artista non sa mai cosa arriva quando si allestisce una mostra, anche se si sceglie di far emergere qualcosa. Ma è l’occhio e il sentimento di chi visita la mostra che fa vivere la tua opera.
In questo periodo ciò che ho molto a cuore è la relazione che ho con lo spazio. Quando progetto una mostra la realizzo sempre in base allo spazio che mi accoglie. E mi piace utilizzare materiali diversi: dalla ceramica alla tessitura. Non c’è una cosa che non mi piacerebbe fare! Ma mi occorrerebbero mille vite!
Nel mio ultimo progetto che sto portando avanti in Abruzzo, che riguarda sempre l’acqua, farò proprio degli oggetti in ceramica.”
Una pausa dalla tua passione per la pittura?
“Sì. Nasco come pittrice. Per tanti anni ho sperimentato la pittura e ora mi sto dedicando a sperimentare l’uso di altri materiali.”
È un linguaggio artistico ampio quello che utilizzi.
“Sì. Decido sempre in base al progetto che devo realizzare. Cerco un ambito di interesse e scelgo il mezzo che meglio esprime l’idea. E, insieme a questo, i concetti di creatività, di ricerca, di possibilità, di confini come luoghi di attraversamento e non di chiusura e poi l’immaginazione come grande potenzialità umana.
Essendo nata come pittrice, faccio tutto come se dipingessi.
È come quando si cucina: ognuno ha le sue modalità sviluppate con l’esperienza e con la dedizione. È una struttura, è un linguaggio, una pratica.”
Cosa ti preme far arrivare agli studenti dell’Università Europea del Design di Pescara?
“L’esperienza legata alla mia ultima mostra: A’mare. Parlando di questo progetto escono fuori tante cose: lo spostamento, il viaggio, come si costruisce una mostra e il motivo per il quale ho scelto un linguaggio in particolare.”
Prossimi progetti?
“È un progetto che si chiama e.r.c.o.l.æ e riguarda la rivisitazione del mito di Ercole sull’acqua in Abruzzo. Me lo ha commissionato l’azienda agricola Pollinaria che fa anche residenze per artisti.
È un progetto molto lungo. È una sorta di esperimento di rigenerazione di questo culto molto sentito in Abruzzo. 18 video che racconteranno la vita e la morte di questo mito e le sue 12 fatiche, attraverso i luoghi dove era più forte il suo culto: siti archeologici, città, fiumi.
Ogni video mostra due immagini sovrapposte: un luogo in Abruzzo che ha uno stretto legame con l’acqua, la figura di Ercole e San Michele e delle sue mani che nell’azione esprimono la capacità creatrice dei diversi linguaggi creativi. Come la moderazione della creta, la scrittura, il ricamo. Il disegno, la scultura e così via.”
Articolo di Emanuela Costantini