Scultore, performer, drammaturgo, trainer di didattica artistica e di pedagogia teatrale, docente di Tecniche Relazionali all’Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara Jörg Grünert, l’ultimo ospite di ArtEX >, ha incontrato gli allievi dell’Università Europea del Design di Pescara per parlare di arte e del senso della sperimentazione.
Arte e creatività, due parole, due mondi, che spesso si fondono.
“Sì, le due cose spesso vengono dette insieme. – spiega Jörg Grünert – È un binomio fantastico.”
L’arte e la creatività possono viaggiare anche separatamente?
“Sì, se diamo un senso molto accentuato a queste due parole; perché l’arte può essere un puro commercio o una faccenda ingegneristica. E la creatività è una facoltà dell’essere umano.”
Come devono gestire la creatività i ragazzi che desiderano lavorare nell’ambito artistico o grafico?
“Le professioni che riguardano il mondo dell’arte, del Design e dell’architettura, non possono essere standardizzate, a meno che ci si trovi nelle grandi agenzie o istituzioni. Il lavoro di freelance ha bisogno di una forte consapevolezza del rischio che si incontra.”
Cosa significa essere artisti?
“Ci sono molti stereotipi su ciò che è un artista: esprimersi liberamente, avere fantasia, il senso del bello.
Per me è diverso: parliamo della necessità di confrontarsi con problemi estetici ed etici, insieme. Così si mescola arte e vita. Mi confronto con la vita, con la storia, con il presente, per raccogliere indizi.”
Quale messaggio vuoi trasmettere?
” Spesso guardiamo il mondo dell’arte enfatizzato, sovraesposto attraverso i media, in questo mondo dei grandi eventi e della spettacolarizzazione.
Io lavoro su un binario molto diverso. Penso che l’arte debba essere alla base della vita culturale di tutti.
Per quanto mi riguarda, l’arte è la mia vita.”