Chiara Riva e l’arte della calligrafia

La sua passione per le lettere l’ha portata a scoprire il mondo della calligrafia. Oggi Chiara Riva, ospite di ArtEX, il contenitore di eventi dedicati all’arte e al design promosso dalla UED, si dedica sia alla grafica che alla calligrafia.
“Nasco come Graphic Designer – racconta Chiara Riva – Ho lavorato in diverse agenzie, come assistente art director e consulente per brand design. Mi occupavo della strategia, della pianificazione e dell’organizzazione di tutto ciò che girava intorno al brand.

Lavorando nel settore del Graphic Design, quello che facciamo tutti i giorni è lavorare con le lettere, non solo con le foto o le immagini.

Spinta dalla curiosità per le lettere e per le loro forme sono andata a Milano per frequentare un corso di Type Design.

E lì ho scoperto che anche le lettere che usiamo nella grafica, i font, hanno un origine calligrafica. Poi, grazie anche all’Associazione calligrafica, ho iniziato a studiare con vari calligrafi.
http://www.calligrafia.org

Ad un certo punto del mio percorso formativo i miei docenti hanno riconosciuto il mio talento e mi hanno consigliato di lavorare con queste competenze.

Così ho iniziato ad affiancare la calligrafia al mio lavoro di Graphic Design, fino a che non è diventato il fulcro principale della mia attività.”

Con la calligrafia si creano immagini, utilizzando solo lettere.

Esattamente. Molti pensano che le lettere siano solo lettere. Questo succede anche con il type design. Con la calligrafia le lettere diventano proprio delle immagini. Il nostro obiettivo è riuscire a esprimere non solo un concetto scritto ma anche un contenuto a livello visivo.

La cosa più bella è quando mi dicono  ‘quando vedo un tuo progetto, quello che vedo, mi fa provare delle emozioni, delle sensazioni.’ Ed è bellissimo quando riesci a esprimere a livello visuale il contenuto del messaggio.”

Nella calligrafia c’è sia tecnica che spontaneità.

” Sì. Le due cose vanno di pari passo. Nessuna delle due deve escludere l’altra. La tecnica è essenziale nel senso che, anche nelle forme più contemporanee ed espressive, c’è sempre una radice storica. È importante partire con dei modelli storici perché sono modelli codificati,  a meno che non vogliamo andare sull’astrattismo. Abbiamo comunque bisogno di una base,  perché le lettere non sono inventate: seguono delle regole precise, codificate.

Ma è importante anche la spontaneità. Fare delle lettere perfette è un po’ inutile oggi: abbiamo la stampa,  i font, cioè tutto è riproducibile.

Quello che il font non riesce a fare è proprio la spontaneità. Alcuni calligrafi sottolineano proprio questo concetto, affermando che la calligrafia deve differenziarsi dalla tipografia e dai font. Altrimenti perde la sua funzione principale,  la sua ragion d’essere.

Ogni calligrafo ha un proprio stile. Quando vedo un lavoro so identificare chi ha realizzato una certa scrittura calligrafica. “

Oltre a lavorare come Graphic Designer e calligrafa, insegni le tecniche calligrafiche.

“Sì,  insegno calligrafia con l’associazione calligrafica italiana e, per la prima volta, l’anno scorso ho tenuto un corso a Parigi. Sono specializzata in alcuni stili calligrafici. “

A chi vuole intraprendere lo studio della calligrafia,  cosa consigli?

” La tecnica è molto importante. È necessario conoscere le basi e i principi che identificano un certo stile. La calligrafia è molto simile al Graphic Design: ci sono delle regole da seguire. Ma possono essere ‘rotte’ creandone di nuove. Anche nella spontaneità tutto si riconduce ad un qualcosa di progettuale: ogni calligrafia è un progetto. Spesso mi viene chiesto di fare calligrafia applicata ad un progetto di Graphic Design,  che può essere la copertina di un libro o l’etichetta di un vino o ancora il titolo di una mostra d’arte o la personalizzazione di inviti per eventi. Sono infinite le possibilità di applicazioni della calligrafia,  sia a livello artistico che nel settore del graphic design.”