È lo stilista tedesco Tom Rebl
il secondo ospite di GlamOUR – Appunti
di moda, il contenitore di eventi promosso dall’Università Europea
del Design di Pescara.

Il Fashion Designer che ha vestito personaggi dello spettacolo come Justin Bieber, Gianna Nannini, Emis Killa, Morgan, Luca Tommassini, ha incontrato studenti e professionisti del settore nell’Auditorium Petruzzi in via delle Caserme a Pescara.

Tom Rebl inizia a lavorare nel mondo della moda londinese, dopo aver frequentato il prestigioso Central Saint Martins College.

“Sono cresciuto in Germania,  in un paesino della Bavaria, molto lontano dal mondo della moda. Mi sono trasferito a Londra a vent’anni e lì mi si è aperto un mondo: ho scoperto la mia passione per la moda e ho iniziato a studiare al Central Saint Martins.”

Poi ti sei trasferito in Italia affascinato dalla qualità del Made in Italy.

“Sì. Per me era importante essere in Italia perché è il paradiso della produzione,  dei laboratori,  della manifattura, della moda.

Avevo completato la formazione stilistica a Londra, ma mi mancava la praticità: costruire il capo, sentire i tessuti, i macchinari utilizzati, per capire cosa è possibile fare.”

A volte cuci da solo i tuoi capi?

“Adesso cucio poco, solo per fare qualche prova e per spiegare come procedere a chi si occupa di fare i modelli e la produzione quando mi dicono che non è possibile realizzare un capo. Sapendo come si fa, riesco anche a controbattere!”

Hai iniziato a lavorare con i capi maschili ma poi hai proposto anche creazioni dedicate alle donne.

“Sì. Oggi non c’è più una netta distinzione tra uomo e donna. Io propongo capi che possono essere indossati da entrambi. Oggi la collezione donna viaggia insieme a quella dedicata all’uomo. Hanno tanti dettagli,  tessuti in comune.

La maggior parte degli stilisti si concentra sulla moda donna, invece può essere divertente anche l’uomo.”

Da dove nasce la tua ispirazione?

“Da tante fonti e dai miei interessi.  Da ragazzo ero musicista, suonavo in una band. La musica è un elemento molto importante nella mia vita,  anche se oggi non suono più.  Sto lavorando con tanti musicisti. Adesso ho un grande progetto con Ligabue…

Creare capi che saranno indossati su un palcoscenico è divertente, mi permette di esprimermi di più.

Un’altra fonte di ispirazione per me è l’arte contemporanea,  che mi influenza nel creare le collezioni: nella scelta dei tessuti,  dei dettagli,  delle costruzioni.

Anche l’architettura mi fornisce spunti interessanti per la costruzione di un capo, specialmente per l’uomo.”


Quando sei arrivato in Italia hai collaborato con altri stilisti prima di decidere di avviare il tuo brand.

“Esatto. È il sogno di ogni stilista realizzare una propria linea, perché è la massima espressione creativa. Quando ho avuto l’occasione mi sono buttato. Ormai sono passati dieci anni dalla creazione del mio brand.”


A quale stilista ti ispiri?

“Ce ne sono diversi. In particolare Yamamoto e il filone degli stilisti giapponesi. Hanno una percezione di bellezza e di costruzione dei capi diversa e vedono anche il fisico in modo diverso: non seguono le forme del fisico umano, ma creano altri volumi,  più nuovi, più particolari. “


Che consiglio vuoi dare ai ragazzi che si avvicinano a questa professione?

“Avere grande passione e amore per questo mestiere. E prepararsi a fare tanti sacrifici e a lavorare molto, senza dimenticare che tanti vogliono entrare nel mondo della moda,  ma c’è posto solo per pochi. “